Per ogni inizio, c'è una fine



E’ passato un po’ di tempo ma sembra ieri quando finalmente è arrivato il tanto aspettato giorno: la mia laurea. Quante soddisfazioni, quanto amore e quanta gioia ha riempito quella giornata, indubbiamente indimenticabile. 



”La scelta dell’argomento della mia tesi è stata un po’ egoistica in quanto sono una volontaria oncologica”; con questa frase ho voluto sprigionare il mio amore per l’autenticità.
Spesso mi sono chiesta cosa spinge la gente ad essere un volontario cercando tra i miei pensieri le motivazioni che spingono le persone a fare un’esperienza simile. Sono giunta alla conclusione che nascono dalla nostra quotidianità, eppure, quando sei lì, tutto cambia. A prescindere da ciò che non capivo, da quelle cose che invece comprendevo, il mio impegno è stato donare tutto ciò che era nelle mie facoltà. Ogni giorno però mi chiedo se posso fare di più.  Le piccole emozioni condivise, i sorrisi scambiati, gli insegnamenti trasmessi, riflettere sulla vita, a quella in generale, alla nostra, a quella diversa dalla nostra, questo è per me il volontariato.
Mettermi in gioco ed entrare in contatto con quei pazienti, sono cose di cui ho sentito il bisogno, da sempre. Non so se sono riuscita a trasmettere quello che ho sempre provato. Non so se ne sono stata capace o se sono adeguata nel fare ciò. E non so nemmeno se questa sarà solo una parentesi della mia vita. Una cosa è certa: io amo la vita, amo chi coglie l’attimo, amo chi vive seguendo la filosofia “non è mai troppo tardi” e non c’è di meglio per me che trasmettersi questa forza, chi per un motivo, chi per un altro.
Per ogni cosa c’è un inizio e una fine. E anche questo capitolo della mia vita si è concluso. Ma l’amore no, non smette di esistere. Ne approfitto quindi per ringraziare tutte le persone che mi sono state vicine fin’ora, quelle che mi hanno aiutata per arrivare fin qui, quelle che so che ci saranno sempre per me.
Sembra facile dire grazie. E’ un po' come chiedere “scusa”, perché “grazie” è una parola che tutti facciamo uno sforzo a pronunciare.  Poi, ci sono gesti talmente grandi ma semplici per cui nessuno sa trovare le parole adatte per enunciare questa fatidica parola.

Il primo ringraziamento va al prof. Torta e alla prof.ssa Ieraci per avermi consentito di svolgere questa tesi; al dottor Bovero che mi ha aiutata a concretizzare la mia idea di tesi, che mi ha accompagnata durante questo percorso all’interno dell’Hospice e che, attraverso il suo rapporto con i pazienti, ha dimostrato che “il potere del camice bianco” non esiste. A tal proposito ringrazio anche Chiara. Un grazie enorme va a Francesca, un supporto indispensabile durante il mio periodo di laureanda. Oltre ai suoi aiuti “tecnici”, è stata l’unica ad incoraggiarmi per portare avanti questi tesi, l’unica che ha davvero creduto in me, nelle mie potenzialità e nel mio impegno quando mi sono sentita insicura durante l’elaborazione di questo lavoro.


Ringrazio i pazienti dell’Hospice Vittorio Valletta per la disponibilità perché solo grazie a loro ho potuto condurre questa ricerca e quelli dell’ospedale San Lazzaro che ho potuto affiancare in quanto volontaria dell’A.N.A.P.A.CA. grazie ai quali, invece, ho dato un senso alla mia nuova attività come volontaria riempendo le mie giornate di insegnamenti vitali e di nuove prospettive. Spero davvero che i loro desideri si avverino e che le loro speranze si concretizzino.

Ringrazio l’associazione di volontariato A.N.A.P.A.CA. grazie al quale ho scoperto questo nuovo mondo. E’ stata una grande sorpresa trovare chi possiede una sensibilità simile alla mia, con la quale condividere esperienze di gioia e di dolore.

Mille grazie infiniti (che non basteranno mai) sono per la mia famiglia: mamma Anna, papà Leo e mia sorella, Francesca. Lontani fisicamente km e km ma vicini perché sono perennemente nel mio cuore. Solo grazie ai loro sacrifici ho avuto la fortuna di studiare in questa università e di vivere in questa città. Ma oltre ad un certo tipo di supporto, devo ringraziarli soprattutto perché se sono quel che sono, è solo grazie a loro, ai loro insegnamenti, ai loro rimproveri e ai valori che continuano a trasmettermi. Tutto quello che rappresentano per me può essere scontato secondo alcuni, e invece no, per me, la loro presenza è come l’acqua nel deserto.

                                                             

Ringrazio anche tutti i “parenti di giù”. Si tratta di quella parte di famiglia che, ogni volta che torno a casa, mi accoglie in una maniera talmente calorosa che solo un parente “terrone” può fare. La felicità che provo nel tornare a casa è come sempre dedicata a loro ma anche alle amiche e agli amici, quelli veri, quelli di sempre. Tornare nella mia terra implica tante cose: i pranzi e le cene infinite durante il quale si ride, si discute, si scherza, si fa caciara, tutti intorno a quel tavolo che è una cerimonia, mai un momento rubato alla giornata. E poi c’è il susseguirsi di caffè: un'esigenza, tutta del Sud, di dover aggiornare i propri cari sulle piccole e grandi soddisfazioni della vita…

                                                                       

…ma il tempo trascorso in modo piacevole purtroppo vola e mi rendo conto di quanto non sia mai abbastanza. Mi consolo però pensando che anche se per poco, vale la pena tornare alla vita di sempre e che a Torino ci sono delle persone speciali ad aspettarmi…

..se molto spesso mi sono sentita a casa e al sicuro, è solo grazie alla mia “famiglia piemontese”, anche se pugliesi doc come me, vivono qui da un po’ di anni. Senza loro mi sarei sentita persa molte volte e anche se per molto tempo siamo stati lontani fisicamente, hanno sempre avuto un posto insostituibile nel mio cuore.


Un grazie speciale va alle mia Vela, non solo coinquilina e collega, ma soprattutto Amica. Il suo supporto è stato davvero fondamentale. Abbiamo condiviso e vissuto di tutto e di più: pianti, sfoghi, cibo, sfighe, settemila caffè, gioie, risate infinite, canti, scazzi, pulizie in casa, abbracci, regali, post (solo lei sa di cosa parlo anche se tra noi basta uno sguardo per capirci). Da quella famosa mattina in stazione, ha imparato a conoscermi e ad apprezzarmi per quella che sono davvero. Avete presente quando dicono che “gli amici si contano sulle dita di una mano”? Ecco, lei è indubbiamente una di quelle.



Un dolce grazie va alle mie coinquiline: Vela, Virgi e Mari. Solo loro mi hanno vissuta davvero 24h su 24, solo loro possono testimoniare l’impegno, gli scleri, i pianti e le ansie manifestate in questi due anni di università. Di loro ricorderò sempre con piacere quelle abitudini semplici ma speciali: le pause studio, le risate, gli scherzi, il pollo e la pizza prima dell’esame, i films, i cartoni animati, i caffè (e il thè di Virgi).



Presenza fondamentale durante questi due anni, è stata quella dei miei Amici prima che colleghi, Angel, Fede, Ania e Anto, fuorisede e pugliesi come me. Con loro è stato come vivere un piccolo erasmus. Abbiamo condiviso diversi momenti: l’ansia pre-eseme e i festeggiamenti post-sessione, scleri pre-laurea, la nostalgia di casa e il nostro modo di consolarci cucinando qualcosa che ricordasse la nostra amata Puglia.


Un grazie non meno importante va ai miei vicini di casa, fuorisede e pugliesi anche loro: Alessia, la mia bionda preferita con la quale ho sempre passato dei bei momenti; Aaaaaleee, il professò, è stato uno dei primi ad accogliermi e ad insegnarmi le strada di questa città; Rosa, la mia bomby, colei che mi ha dimostrato che i colpi di fulmine non esistono solo in amore.



Ringrazio, poi, tutto lo staff del Peperosso composto da persone dolcissime e simpaticissime. Hanno sopportato tanti miei sfoghi riguardo l’università e puntualmente mi hanno sempre augurato quel “buona fortuna” che probabilmente non avrebbe cambiato la situazione ma che apprezzavo ogni volta. Vorrei però ringraziare particolarmente e specialmente, Alessandro, colui che, come dice una nota canzone, mi è scoppiato dentro al cuore all’improvviso…..e se lo dice Manuela Pinto…


La mia amica Nadin aveva proprio ragione: ogni persona che conosci nella vita è una foglia che arricchisce il tuo albero. Molte si perdono col vento, altre non si staccheranno mai.

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